Fondi Pensione: lo Stato non li ha finanziati in egual misura

Posted On 09 Lug 2024
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C’è un enorme disequilibrio tra gli stanziamenti effettuati dal bilancio dello Stato per i dipendenti, rispetto a quelli per commercianti ed artigiani. Dal 2017 al 2022, nel Fondo dei nostri rappresentati l’importo è stato addirittura ridotto rispetto ai minimi previsti dalla riforma del 1983

 RSM 9 luglio 2024 – Nell’ultima puntata di “CSdL Informa” la Confederazione del Lavoro è tornata con il Segretario Generale Enzo Merlini sul tema dei prelievi dal Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, ripercorrendo alcuni tratti della vicenda, e sulla necessità di ripristinare integralmente il Fondo Comune Riserva di Rischio.

“L’unico prelievo di cui si era ufficialmente a conoscenza – ha puntualizzato Merlini – è quello di 10 milioni avvenuto nel 2020, autorizzato dal Consiglio per la Previdenza con il nostro unico voto contrario. Ciò era avvenuto a seguito della riduzione degli stanziamenti da parte del Bilancio dello Stato rispetto a quanto stabilito dalla riforma del 1983, che li prevedeva fino al 25% delle entrate, per far fronte ad eventuali disavanzi.

Tale situazione si è ripetuta dal 2017 al 2022; attraverso le leggi di bilancio, il Governo decise di fissare importi annuali che non tenevano conto degli effettivi disavanzi, al fine di ridurre le risorse stanziate per il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti. Fu una delle ragioni dello sciopero generale del dicembre 2018, dichiarato dalla CSU. Il ricatto arrivò però solo nel 2020: senza il prelievo di 10 milioni non si sarebbero pagate le tredicesime ai pensionati.

Ma i prelievi non sono finiti lì, sono continuati anche successivamente. Non ce ne siamo mai accorti perché, quando vennero illustrati i bilanci degli esercizi successivi, si fece riferimento al fatto che i disavanzi erano stati colmati attraverso compensazioni tra debiti e crediti. Quindi non venne richiesta alcuna ulteriore deliberazione del Consiglio per la Previdenza per il prelievo di altre somme dal Fondo Pensioni.

Queste c.d. compensazioni, nel bilancio sono definiti prelievi, perché di fatto sono tali, nel momento in cui dei crediti non vengono acquisiti dai Fondi. Ce ne siamo accorti a distanza di tempo analizzando l’impatto che avrebbe avuto la riforma del 2022, con la quale i prelievi sono stati predeterminati; 17,5 milioni per il 2023, altrettanti per il 2024 e 20 milioni dal 2025 in poi. Spulciando i bilanci e mettendoli in relazione con i dati forniti durante la trattativa per la riforma di fine 2022, è emersa la realtà dei fatti.

I prelievi dal Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti effettuati tra il 2017 ed il 2022 ammontano ad oltre 60 milioni. Va precisato che si tratta di atti formalmente legittimi, in quanto conseguenti agli stanziamenti inadeguati da parte del Bilancio dello Stato: da qualche parte devono essere presi per pagare le pensioni, ma ci voleva maggiore chiarezza.

Contestiamo il fatto che senza le modifiche annuali alla legge del 1983, sarebbero stati necessari 40 milioni, ovvero la somma eccedente il contributo minimo da parte del Bilancio dello Stato, che era fissato in misura non inferiore al 25% delle entrate contributive. Quindi, sono stati prelevati 10 milioni in più, oltre ai 10 del 2020. Al nuovo Governo chiederemo di rimborsarli.”

“Quando si parla di concorso dello Stato – ha aggiunto Merlini – viene sempre messo in evidenza quanto viene versato per finanziare il Fondo Pensioni dei Lavoratori Dipendenti; siamo arrivati a 27-28 milioni nel 2020, 2021 e 2022. Nel periodo 2013-2022 è stato complessivamente pari a circa 201 milioni, con un’incidenza pari al 18% del totale delle entrate. Sono obiettivamente tanti soldi, ma non si parla a sufficienza di quanto lo Stato eroga, invece, al fondo dei lavoratori autonomi.

Oggi la categoria è unica per tutti i lavoratori indipendenti, quindi artigiani, commercianti, avvocati e commercialisti sono tutti insieme, anche se il computo rimane separato. Il fondo degli avvocati e dei commercialisti è in attivo, anche perché vanno in pensione in età avanzata, mentre quello degli artigiani e dei commercianti è in passivo da sempre. Per finanziare il loro disavanzo, nel periodo 2013-2022, lo Stato ha contribuito complessivamente per 125 milioni, pari all’84% delle entrate, quindi quasi altrettanto.

Il Fondo dei nostri rappresentati è naturalmente quello più grande e che in termini assoluti riceve maggiori risorse, ma non si può sottacere il fatto che altri, nella loro pur ridotta dimensione, hanno ricevuto un contributo dello Stato enorme, in termini percentuali. Questo è un elemento di chiarezza che va puntualizzato.”

CSdL